Ora recentemente, in un modo
totalmente inaspettato e con mia profonda gioia, queste parole piene di
significato mi si sono illuminate di viva luce.
Sfogliavo il tesoro di vecchi manoscritti del nostro monastero e ho
trovato, in mezzo a molte pergamene polverose e senza valore, alcuni fogli
scritti a mano da Bramante, che è impossibile sapere come sono giunti in
questo luogo. Su uno di questi fogli erano scritte le frasi seguenti, tali
e quali le traduco senza alcuna modifica.
«Per mia propria soddisfazione
e per mantenere il ricordo esatto, riporto qui un fatto meraviglioso che
il mio caro Raffaello mi ha confidato sotto il vincolo del segreto.
Qualche tempo fa, gli manifestai apertamente la mia ammirazione per le
Madonne e le Sacre Famiglie che dipinge con bellezza suprema, e insistetti
vivamente perché mi dicesse da dove aveva potuto trarre l’incomparabile
bellezza, la fisionomia toccante e l’espressione insuperabile delle sue
immagini della Santa Vergine. Dopo avermi lasciato un certo tempo in
sospeso con il pudore e la riservatezza giovanile che gli sono propri, fu
preso da un’intensa emozione, mi si gettò al collo, e piangendo mi rivelò
il suo segreto. Mi raccontò come, fin dalla sua tenera infanzia, aveva
sempre avuto un sentimento di pietà particolare per la Madre di Dio, tanto
che a volte, soltanto pronunciandone il nome ad alta voce, provava una
grande melanconia. Più tardi, quando il suo spirito si era già volto verso
la pittura, il suo più grande desiderio era sempre stato di dipingere la
Vergine Maria nella sua vera perfezione celeste, ma non aveva mai osato.
Nel pensiero, la sua anima aveva costantemente lavorato alla sua immagine,
giorno e notte; ma non era mai riuscito assolutamente a completarla con
sua soddisfazione; gli era sempre sembrato che la sua immaginazione
lavorasse nelle tenebre. E tuttavia a volte era caduto come un raggio
celeste nella sua anima, di modo che aveva visto davanti a sé questa
figura in tratti chiari, tale quale l’aveva voluta; ma ciò non era mai
stato altro che un istante, e non aveva potuto fissarla nel suo cuore.
Così la sua anima era sballottata in un’inquietudine costante; non aveva
mai visto questi tratti se non di sfuggita, e il suo presentimento oscuro
non si era mai potuto risolvere in un’immagine chiara. Alla fine non era
più riuscito a trattenersi, e con mano tremolante aveva cominciato
un’immagine della Santa Vergine; e durante questo lavoro il suo ardore
intimo era stato senza cessa crescente. Una notte che, come già gli era
capitato spesso, aveva fatto in sogno una preghiera alla Vergine, si era
svegliato di soprassalto sotto l’effetto di un’oppressione violenta. Nelle
tenebre il suo occhio era stato attratto da un alone di luce contro il
muro davanti al suo letto. Guardando più attentamente, aveva constatato
che la sua immagine della Madonna che, ancora incompiuta, era addossata al
muro, irraggiava la luce più dolce ed era diventata un’immagine perfetta e
realmente viva. Il carattere divino di quest’immagine lo prese con
talmente tanta potenza che scoppiò in lacrime. L’immagine lo guardava
negli occhi con un’espressione emozionante che non si saprebbe descrivere
e sembrava sul punto di muoversi da un momento all’altro; e gli parve
anche che essa si muovesse realmente. Il più meraviglioso era che gli
sembrava che quest’immagine fosse proprio quella che aveva sempre cercato,
anche se non ne aveva mai avuto altro che un presentimento oscuro e
confuso. Come si riaddormentò ne perdette tutto il ricordo. L’indomani
mattina si alzò come trasformato; l’apparizione era restata per sempre
incisa nel suo cuore e nei suoi sensi, ed era allora riuscito a riprodurre
i tratti della Madre di Dio come gli erano sempre fluttuati davanti
all’anima, e aveva sempre avuto un certo rispetto anche per le immagini
che dipingeva. – Ecco cosa mi raccontò il mio amico, il mio caro
Raffaello, e questo miracolo mi è sembrato così importante e così notevole
che ne ho scritto il resoconto per mia personale soddisfazione.»
Questo è il contenuto del
foglietto inestimabile che mi è caduto tra le mani. Ora si può ben vedere
chiaramente davanti ai propri occhi quello che il divino Raffaello intende
con questa strane parole, quando dice:
"Mi tengo a mente una certa
immagine che nasce nella mia anima."
Si capirà, istruiti da questo
miracolo manifesto dell’onnipotenza divina, che la sua anima innocente ha
espresso in queste semplici parole un senso molto grande e profondo? Non
si capirà infine che tutte le fantasie profane sull’ispirazione
dell’artista sono un vero peccato – e si sarà convinti che non si tratta
qui di assolutamente nient’altro che di una grazia divina immediata?
Ma non aggiungo niente, per
lasciare ciascuno alle sue meditazioni su questo argomento così importante
e di profonde riflessioni."
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